mercoledì 25 giugno 2008

UN FERMO NO ALL'IPOTESI DI UNA CENTRALE NUCLEARE IN UMBRIA

Legambiente esprime una ferma contrarietà a questa sciagurata ipotesi!

"Il NO di Legambiente al nucleare non è negoziabile – afferma con decisione il Presidente di Legambiente Umbria Alessandra Paciotto a commento dell'articolo apparso sulle pagine locali del Messaggero di oggi a firma di Guerrieri dove si riporta la notizia che: uno dei quattro siti individuati dal governo nazionale per le costruzione delle centrali nucleari è quello di San Liberato-Nera Montoro nel Comune di Narni. - Il nostro NO categorico ma non ideologico, ma è basato, come è nostro costume, sulle sensate esperienze e le certe dimostrazioni delle scienze che sono alla base dell'ambientalismo scientifico di Legambiente". "La nostra più assoluta indisponibilità al nucleare - continua la Paciotto - si basa prima di tutto sul principio di precauzione, che è principio scientifico ma anche di popolare buon senso, che vuole che finché non si riesce a produrre energia nucleare veramente pulita e senza scorie, di ritorno al nucleare non è necesario nemmeno parlarne". Tutte le strutture locali di Legambiente sono state allertate per dare via ad una immediata campagna per il NO alla centrale nucleare prevista a Narni - annuncia Andrea Liberati, segretario di Legambiente Umbria - a cominciare da una raccolta firme per chiedere che la Regione, le Provincie, i Comuni dell'Umbria dichiarino con atti ufficiali la loro indisponibilità ad ospitare sul proprio territorio impianti nucleari". Nelle prossime ore, verificata la notizia, sarà invitato ad associarsi alla campagna tutto l'associazionismo democratico a cominciare da tutte quelle associazioni che assieme a Legambiente hanno dato vita alla grande manifestazione dello scorso 7 giugno a Milano per "Fermare la febbre del pianeta"; e che andavano dall'ARCI alle ACLI, dal sindacato al Forum del Terzo Settore, da Libera al WWF, da Greeenpeace a Pro Natura. Informato della situazione umbra il Presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza dichiara: "Prima di sbandierare atomi a destra e a manca bisognerebbe dire quando parliamo di nucleare la sicurezza non è mai certa, non esistono garanzie per l'eliminazione del rischio di incidente e di contaminazione radioattiva, più gli altri problemi irrisolti e al momento irrisolvibili: smaltimento delle scorie, gli alti costi approvvigionamento dell'uranio peraltro in via di esaurimento, i costi elevati dell'energia elettrica prodotta da centrale nucleare che è più costosa del 15% rispetto a quella prodotta dal gas naturale, i costi di smaltimento delle scorie e dello smantellamento dell'impianto a fine vita, il rischio terrorismo. Il nucleare non serve all'Italia, sarebbe un costoso ritorno al passato – ha aggiunto Cogliati Dezza – Nella realtà si sta solo facendo il gioco di quei gruppi di interesse che si stanno candidando a gestire una montagna miliardaria di investimenti pubblici togliendo risorse al vero futuro energetico del nostro paese che si chiama eolico, solare, fotovoltaico, efficienza energetica, alternative che possono coprire ben oltre il 5% del fabbisogno che coprirebbe il nucleare."

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