martedì 25 dicembre 2007

COMUNICATO LEGAMBIENTE NARNI SU PROGETTO CENTRO COMMERCIALE A NARNI SCALO

“Il Comune non deve far cassa con il territorio, deve saper guidare lo sviluppo urbano con criteri sostenibili e socialmente condivisi”.
Un centro commerciale di 40 ettari di superficie è proprio quello che serve per ammazzare definitivamente il commercio locale narnese ed insieme generare traffico e consumo di risorse”. Così giudica il Circolo Legambiente narnese il paventato progetto di un nuovo mega centro commerciale alle porte di Narni Scalo, di cui si è parlato nei giorni scorsi. “E’ singolare - affermano dall’associazione ambientalista, “come negli stessi giorni si possa leggere sui giornali l’assunzione da parte del Comune di un tecnico specializzato in marketing per rilanciare le attività commerciali del centro storico di Narni, e contemporaneamente, qualche pagina più avanti, leggere l’annuncio di questo mostro di cemento che si andrebbe ad inserire nel contesto narnese”. Alcuni amministratori avevano parlato dei benefici economici che tale progetto metterebbe a disposizione del Comune, ma nulla si è detto circa gli effetti negativi che tale scelta potrebbe provocare su vari aspetti, economici, ambientali e sociali. “La costruzione di centri commerciali in aree periferiche ha un nome ben preciso per gli esperti di scienze urbanistiche: espansione urbana incontrollata. Non sorprende rendersi conto che gli amministratori locali sottovalutino gli effetti devastanti per il territorio, l’ambiente e la società locale che si generano con questo modello di sviluppo edilizio. Alcuni dati possono chiarire l’urgenza della questione. In Umbria ci sono ben 310 mq di supermercati ogni mille abitanti, un dato che pone la Regione già ai vertici italiani (fonte Il Sole 24 ore). Per di più l’AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) aveva presentato nel 2006 un rapporto denominato “Urban Sprawl in Europe – The ignored challenge”, sottolineando quanto questo fenomeno sia serio e ignorato da coloro che sono chiamati a gestire lo sviluppo del territorio.
Ancora: “il cemento si è mangiato 12 milioni di ettari di verde”, così titolava l’Unità il 26 ottobre scorso in merito al rapporto elaborato dal Comitato per la bellezza e il paesaggio sui dati Istat relativi alla cementificazione dei suoli avvenuta in Italia negli ultimi anni. Nel Rapporto si legge come in soli quindici anni sono stati consumati 3milioni e 663mila ettari di territorio, cioè una regione più estesa del Lazio e dell’Abruzzo assieme per le nuove costruzioni, costruzioni che però sono destinate unicamente al mercato, dimenticando così l’emergenza abitativa nella quale versano i ceti medio-bassi. Di fronte a questa devastazione che colpisce contestualmente il paesaggio naturale, agrario, storico e le classi meno abbienti, il Rapporto avanzava alcune proposte per fronteggiare emergenza abitativa e ambientale: «Occorre agevolare massicciamente - si legge - il restauro e il recupero dell’edilizia già esistente, togliendo ai Comuni la delega alla tutela del paesaggio accordata loro da alcune regioni». Il riferimento ai Comuni è dovuto proprio al fatto che pur essendo per legge responsabili del territorio e del paesaggio, non si riesce a resistere alla tentazione di rimpinguare le casse comunali con gli oneri di urbanizzazione dovuti alle nuove costruzioni, che costituiscono una notevole e facile fonte di introiti per le amministrazioni.
“Come associazione ambientalista, - afferma la presidente del circolo di Narni Valeria Cerasoli “ ci siamo impegnati al termine del recente congresso nazionale a fare delle città un tema di iniziativa politica da parte di Legambiente non solo perché nelle città l’intreccio delle questioni ambientali e sociali è indissolubile, ma per il fatto che siamo ancora dentro un processo di espansione edilizia che dura da oltre 10 anni ed è il motore di un economia malata. In questo arco di tempo si è realizzato un consumo di suoli liberi senza precedenti per nuovi usi urbani, turistici, centri commerciali, strade. Eppure malgrado l’enorme produzione edilizia sono rimasti del tutto irrisolti i problemi di accesso alla casa di tanti giovani e immigrati per cui quelle case sono comunque a dei prezzi inaccessibili.”

Legambiente, Circolo di Narni

mercoledì 12 dicembre 2007

Natale Solidale in Piazza con il Mercato Equo!

Legambiente Narni - Arciragazzi Narni (in collaborazione con la bottega Monimbò del mercato equo e solidale) - Rete di solidarietà italiana, Colombia Vive! - Associazione Narni per la Pace - Associazione Italiana Ricerca sul cancro - Aisla - Avis - Enpa

"Si avvicina il Natale, giorno di meditazione e di solidarietà per alcuni, ma soprattutto giorno di festa, di scambio di regali, di buoni propositi. Troppe persone nel mondo non possono godere appieno la gioia nè di questi giorni di festa nè degli altri giorni dell'anno: uomini donne e bambini che lottano contro poverta', cambiamenti climatici violenti, sfruttamento e guerre; senza dimenticare tutti coloro che combattono contro malattia molto spesso inguaribili. Le vittime dell'ingiustizia sono oltre lo schermo del nostro televisore, lontane. Ma sono anche vicine e siamo anche noi se non reimpariamo ad ascoltare, ad aprire le coscienze, a rispettare gli uomini, gli animali, tutto ciò che vive e ha diritti".

Quest'anno molte associazioni del Comune di Narni si sono fatte promotrici sul territorio del progetto "Natale solidale in piazza" per favorire una modalità nuova, autentica e solidale di promozione dell'ecosviluppo e di tutte le produzioni di beni attente al rispetto dei diritti degli esseri viventi. Hanno così creato un mercato che sia un punto di acquisto consapevole dei regali natalizi ma anche uno strumento per incoraggiare la riflessione e la partecipazione ai progetti di pace, cultura e rispetto dei diritti umani e dell'ambiente.


Dal 17 al 24 dicembre e dal 2 al 5 gennaio

Narni Scalo - piazzale De Sica (vicino via Tuderte)

vi aspettiamo al

NATALE SOLIDALE IN PIAZZA

"mercato del consumo critico e del regalo intelligente"

martedì 11 dicembre 2007

Legambiente e il congresso ignorato

L'articolo di Massimo Serafini storico dirigente di Legambiente, nonchè direttore di Aprile. Chiarisce cosa si è detto e cosa è la Legambiente uscita dal nostro ultimo congresso.

di Massimo Serafini, su
Aprile del 10 dicembre 2007

Centoquindicimila fra soci e sostenitori; trentamila le classi che partecipano alle iniziative di educazione ambientale; più di mille i gruppi locali; avvocati impegnati nei centri di azione giuridica, quattrocento campi di volontariato e cinquanta i gruppi di protezione civile; ventidue le edizioni di goletta verde e diciotto quelle del treno e di festambiente; quattordici le edizioni di puliamo il mondo, ed infine decine di progetti di cooperazione nell'ambito di clima e povertà.

Sono queste le cifre più importanti che Legambiente ha portato al suo ottavo congresso, a cui, per completare, si dovrebbero aggiungere anche le tante feste dell'albero, spiagge pulite, mal-aria, cento strade per giocare. Tutto ciò fa di Legambiente la principale associazione ambientalista italiana. Eppure, tutti i principali giornali italiani hanno volutamente ignorato la discussione congressuale, dimostrando ancora una volta la loro totale incapacità a leggere ciò che nella società si muove.

Quelli che ne hanno parlato, come il Manifesto, lo hanno fatto esclusivamente per riferire ciò che gli ospiti politici avevano detto, liquidando Legambiente in base dell'applausometro: una associazione divisa a metà fra Veltroni, cioè il Pd e Vendola, cioè la sinistra. La realtà di cui nessuno parla è quella invece emersa nei tanti interventi congressuali e cioè di una realtà ben radicata nel territorio e soprattutto presente nei conflitti ambientali più importanti, dalla Val di Susa ai beni comuni, in particolare l'acqua, dall'abusivismo ed occupazione del territorio, alla lotta alle ecomafie e all'illegalità diffusa.
Certo molti, dopo la scelta dei massimi dirigenti dell'associazione di spendersi nel partito democratico e di farlo in ruoli di primissimo piano, avevano pensato che da questo congresso sarebbe uscita una Legambiente collaterale e subalterna al Pd. Ed invece sono stati smentiti.

L'autonomia della associazione non solo è stato il filo conduttore di quasi tutti gli interventi, ma si è materializzata nel ricambio di tutte le principali cariche associative, dal presidente al direttore generale. Vittorio Cogliati è il nuovo presidente e Rossella Muroni la direttrice, due persone che hanno maturato l'intera loro esperienza politica e sociale nella costruzione di Legambiente. La soddisfazione per il buon stato di salute dell'associazione non ha impedito che tutto il congresso percepisse anche l'inadeguatezza di ciò che è stato costruito, in questi anni, di fronte alla tragedia climatica ed ambientale. Inadeguatezza in primo luogo politica. Quasi tutti gli interventi hanno evidenziato il nanismo politico dell'associazione e cioè la scarsa capacita di incidere e contaminare la politica e quindi di innovarla, programmaticamente, indirizzandone le scelte verso la sostenibilità e soprattutto nella fisionomia ed ispirazione, cioè facendole recuperare il senso di missione e l'ancoraggio agli interessi generali e non ai comitati d'affari.
Il dibattito congressuale ha indicato, quasi unanimemente, che per superare questo nanismo politico la medicina migliore non può che essere quella di aumentare la capacità di conflitto e radicamento nel territorio, dicendo tutti gli opportuni no e costruendo con le popolazioni i si che servono per costruire un futuro durevole e sostenibile.

La lotta ai cambiamenti climatici è stata individuata come la priorità strategica dell'ambientalismo e quindi, il primo obiettivo di Legambiente, è portare l'Italia fuori dal petrolio, senza tornare al nucleare, ma promuovendo un modello energetico distribuito rinnovabile e che sostenga usi razionali dell'energia. Dentro questa priorità si materializzano i no a ulteriori espansioni della città, l'esigenza di ridurre i consumi, i bisogni di mobilità e i rifiuti, ma anche la lotta per impedire che i beni comuni diventino merci. Altrettanto significativa è stata la sottolineatura, data dal congresso, che Legambiente non potrà far prevalere il proprio progetto ambientalista se non lo intreccia con la questione sociale e in particolare impedendo la svalorizzazione del lavoro, dentro la quale è maturata la tragedia di Torino, nonché la condanna di intere generazioni ad una vita e ad un lavoro precari. Infine il congresso ha riproposto una delle caratteristiche peculiari di Legambiente e cioè la capacità di incontrare altre culture ed esperienze una caratteristica ben espressa nella lotta contro gli OGM condotta insieme alle organizzazioni contadine in una reciproca contaminazione che ha spinto il mondo agricolo verso l'agricoltura biologica. Un congresso insomma che offre alla sinistra argomenti e riflessioni utili a dare una impronta ambientalista al soggetto politico che Domenica scorsa ha cominciato a costruire.

giovedì 6 dicembre 2007

Il buon senso...

Fare l'esperienza di attraversare via Tuderte a Narni Scalo nell'ora di punta ( che significa dalle 8 di mattina alle 8 di sera, eguagliando solo la capitale per estensione oraria) significa vivere la più assurda, onirica e surreale esperienza che il quotidiano può offrire. A me oggi, come in tanti altri giorni dell'anno, è successo. Distese infinite di auto parcheggiate in sosta vietata, tutte "ordinatamente" sistemate lungo il marciapiede che dà sui negozi. Saranno state cinquanta, coprendo l'intera lungezza della via, dall'incrocio per la stazione a quello per la superstrada. Tutti i proprietari di quelle auto risponderebbero ad un vigile che chiedesse loro la motivazione di quell'infrazione al codice della strada, sempre che ancora esista, che "è questione di un attimo", "dovevo solo andare in farmacia", ecc. Potrei elencare scuse per un'ora, perchè in questi casi la fantasia non manca mai. Ma peccato che il vigile non c'era oggi, e non c'è mai, continuando così ad alimentare nella gente l'acquisizione del "codice dell'anarchia" piuttosto che quello della strada. Eppure a Narni Scalo i parcheggi ci sono e sono tutti gratuiti. In qualsiasi punto ti vuoi fermare c'è un parcheggio a disposizione. Mi chiedo allora "perchè"? Quale straordinaria comodità deriva dal parcheggiare a destra invece che a sinistra? L'attraversamento della strada è forse così pericoloso? Certo lo è di più se la strada continua ad essere dominata dal caos. Gli amministratori risponderebbero a questo mio delirio da automobilista ribadendo la necessità di un' altra strada, quella che hanno già in mente di fare e che costeggerà il Parco dei Pini. E io a questo punto risponderei: la necessità della strada è da vedere, dopo un'attenta e scientifica analisi dei flussi del traffico ma soprattutto dopo la presa di coscienza che spesso basta applicare poche e semplici regole dettate solo dal "buon senso", come quella di parcheggiare dentro i parcheggi, e non fuori.


Valeria Cerasoli,
Presidente Circolo Legambiente Narni

sabato 1 dicembre 2007

Comunicato Legambiente ternano-narnese su situazione energia rifiuti ambiente

LA QUALITA' DELL'AMBIENTE DELLA CONCA TERNANA. LEGAMBIENTE CONTRO QUALSIASI FORMA DI RICATTO SU RIFIUTI ED ENERGIA.

Legambiente allerta i cittadini ed i lavoratori di Terni e Narni e di tutta l'Umbria sui tentativi di far apparire il diritto alla salute dei cittadini e dell'ambiente in cui vivono incompatibile con tariffe eque per gestire i rifiuti che produciamo e, cosa ancor più grave, con il diritto al lavoro.

Se c'è una cosa che l'ultima vicenda rifiuti dovrebbe avere insegnato a tutti e che tutti, a parole, dicono di avere imparato è che la qualità dell'ambiente della conca ternana non è buona e che conseguentemente non c'è più posto nella conca per nuovi camini ed è tempo di cominciare seriamente e rapidamente a porre rimedio alla nocività delle emissioni dei camini esistenti: siano essi i camini industriali, degli inceneritori, dei termovalorizzatori e delle centrali, i camini delle nostre case e degli edifici pubblici, o i tubi di scappamento delle nostre automobili.

Rifiuti: ora tutti convengono che per fare a meno di discariche ed inceneritori bisogna puntare sulla raccolta differenziata. BENE! Legambiente ci vuole credere e mette alla prova politici e tecnici chiedendo, tanto per cominciare, che in Umbria si faccia come in altre regioni che hanno scelto di impegnarsi PRIMA a raggiungere livelli ottimali di raccolta differenziata e SOLO POI vedere se e quanti e quali impianti di trattamento e smaltimento risultano necessari. Impianti che comunque Legambiente auspica, per Terni e Narni, per l'Umbria tecnologicamente avanzati e NON nuovi inceneritori magari di ultima generazione.

Energia: per la nostra storia e per i valori che pratichiamo siamo “naturalmente” a fianco dei lavoratori dell'Acciaieria che vedono di nuovo minacciato il proprio posto di lavoro. Ci sentiamo anche al fianco dei nostri amministratori, locali e nazionali, che vogliono trovare una soluzione positiva al maxi rimborso richiesto dall'Unione Europea. Per il futuro energetico dell'Acciaieria ci è parsa, lì per lì, interessante la dichiarazione di AST di voler acquistare la centrale di Galleto, ora di Endesa, soluzione ecologicamente-economicamente-socialmente sostenibile per la nostra comunità e certamente (se fosse vera) un positivo esempio di politica aziendale di una multinazionale finalmente rispettosa del territorio che la ospita. Ma non abbiamo fatto in tempo a tirare un respiro di sollievo che subito ci siamo accorti di quale “boccone avvelenato” quella proposta rischia di essere: un vero “CAVALLO DI TROIA” (è l'AST l'astuto Ulisse di turno? o Endesa?o chi altri?) per riproporre ulteriori centrali: una definita di piccola taglia da 80 MW (che poi tanto piccola non è) a carico della stessa AST; e Endesa per trattare AST da “buon cliente” avanza addirittura la pretesa (ricatto?) di una nuova centrale che definisce: ben oltre la taglia di 400MW e per di più a alimentata a carbone. Legambiente non ha neppure lontanamente la forza di una multinazionale, sia essa la TK o Endesa o Acea, ecc. e neppure quella di un sindacato o di un partito ma le tante firme che i nostri circoli di Terni e di Narni hanno raccolto assieme all'associazionismo democratico ed ai partiti della sinistra e che vanno al di là della vicenda rifiuti e sono in realtà una richiesta ferma di difesa della salute del nostro territorio e dei suoi abitanti ci impegnano a resistere a qualsiasi soluzione per i rifiuti e per l'energia che non metta al primo posto, pur con gli inevitabili compromessi di ogni difficile trattativa, il diritto alla salute ed il diritto al lavoro. Invitiamo i cittadini umbri in sintonia con le nostre idee (a cominciare da quelli di Terni e Narni) ad inviarci inviarci fax (indicando nome e indirizzi di posta elettronica o numeri di cellulare per essere contattati con email e sms ed essere informati sulle nostre future iniziative) al numero di LEGAMBIENTE UMBRIA: 075 57 22 083.

Terni, 30 novembre 2007 Cordiali saluti
Andrea Liberati