mercoledì 30 gennaio 2008

TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO, UN IMPIANTO NON UNA SOLUZIONE

Proseguendo il dibattito sui rifiuti umbri e non solo, una rassegna di documenti e riflessioni su una delle più interessanti fasi della gestione del ciclo dei rifiuti, ovvero i rifiuti residui della raccolta differenziata.

Come ripetuto più volte si tratta di impianti non di politiche di gestione dei rifiuti...



Massimo Majowiecki: La faccenda è che abbiamo un “Know how” molto grande, nel senso che sappiamo e possiamo fare di tutto. Ma non ci chiediamo più il “know why”.

lunedì 28 gennaio 2008

LEGAMBIENTE RISPONDE AL SINDACO RAFFAELLI

Anche Legambiente usa lo strumento della lettera aperta per rispondere a quella del Sindaco Raffaelli per precisare al Sindaco e alla Città il proprio punto di vista.

Legambiente ha sospeso, fin dal primo momento, il giudizio sugli aspetti penali della vicenda ASM, perché crede che tutti siamo innocenti fino a prova contraria e perché ha fiducia nella magistratura; Legambiente si è pubblicamente augurata, per la città come per gli indagati, che accuse tanto gravi non trovino riscontro, ma proprio per questo atteggiamento legalitario e rispettoso di persone ed istituzioni Legambiente si è detta, e qui rinnoviamo l'impegno, pronta a costituirsi parte civile ove tali sospetti trovassero riscontri. Nel frattempo, però, mentre i più sembrano impegnati a scommettere sull'innocenza o sulla colpevolezza degli indagati, Legambiente non ha smesso di proporre né di esprimersi sul problema rifiuti come la forte condanna (politica) dei giudizi e proposte del Sindaco a proposito dei CIP 6. Ancor più forte è la nostra denuncia politica del clima di decisionismo che rifiuta il confronto coi cittadini e vuole procedere, accampando la scusa di vere o presunte emergenze, a colpi di “muscolari” diktat. Quell'atteggiamento decisionista che, a Terni, come in Umbria e nel resto del paese, vuole imporre incenerimento e discarica come unica soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti mettendo all'angolo qualsiasi seria discussione su una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti che prevede, in Italia e in Europa, anche sistemi alternativi o limitativi dell'incenerimento e della discarica. Un atteggiamento decisionista che ha contagiato molti, in Italia come in Umbria: Umbria dove si prefigurano inediti assi-politici, dopo la lettera della Presidente Lorenzetti a Prodi, con le forze politiche del centro destra che si sono già apertamente dichiarate per la soluzione 4 inceneritori (uno per ogni ambito) e ora disponibili a fornire, alla soluzione incenerimento, proposta dal PD, quei voti che, allo stato attuale, il PRC non intende dare. Opinioni legittime quelle del “partito degli inceneritori senza se e senza ma”...ma cosa ci fanno quegli esponenti politici apertamente schierati per la soluzione incenerimento alle assemblee ed alle marce di chi, questo per lo meno ci è parso di capire, gli inceneritori non li vuole? Quanto alle piazze, fa bene il Sindaco Raffaelli a dire di non accettare di essere processato in piazza e, a scanso equivoci, Legambiente ricorda al Sindaco e alla Città, che l'immagine e l'idea di piazza che noi abbiamo evocato non è la piazza forcaiola né la piazza da adunate plebiscitarie e demagogiche ma è l'agorà il luogo simbolo della “bella politica”, il luogo per antonomasia della democrazia. Quella piazza è oggi l'immagine e l'idea di una democrazia ancor più partecipata, ancor più avanzata e diretta che non nega la democrazia rappresentativa, legittimata dal libero voto popolare, ma la supera conservandola. Questa nuova agorà che accoglie i cittadini, chiamati ad esercitare attivamente i loro diritti, con ragionevolezza e rispetto di tutte le opinioni, il diritto di essere ascoltati e di concorrere alle decisioni, è la piazza dove si confrontano chi decide (politici e tecnici) e i cittadini associati o no, questa piazza non è una invenzione di Legambiente ma una opzione reale legittimata e auspicata dal titolo V della Costituzione. Gli assessori della Provincia di Terni, Antoniella e Paparelli hanno provato con i tavoli di confronto e concertazione dell'Agenda 21 locale a dare vita e sostanza a questa idea di cittadinanza attiva e democrazia partecipata coinvolgendo i cittadini organizzati in associazioni e comitati. Continuare, però, con questa idea di partecipazione“selettiva”, limitata, rischia di far diventare questo strumento democratico uno stanco rituale e sicuramente in questa versione “timida”, non è il più adatto a sanare il distacco, già in atto da tempo in tutto il paese, tra politica e cittadini e che, a Terni, la vicenda ASM ha ulteriormente aggravato.

venerdì 25 gennaio 2008

LA GESTIONE DEI RIFIUTI NON E' UNA QUESTIONE TECNICA!

Niente comunicati solo una riflessione e uno sfogo sul tema del momento.

E' mai possibile che in questo Paese e nella nostra Regione, perfino nella nostra città (consiglio comunale speciale sui rifiuti) si parli, si discuta, si litighi su non-argomenti, su non-soluzioni, su non-problemi???

Stamattina arriva un comunicato del Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo. Il rappresentante del comitato, che si dichiara contrario agli inceneritori, ce l'ha giustamente coi mezzi di informazione locali e nazionali che in questi giorni parlano dei problemi (i rifiuti nelle strade) e delle soluzioni (gli inceneritori) come se fosse una cosa stupida, banale, un gioco da ragazzi che si risolve con una decisione rapida, inderogabile e senza tanti ragionamenti.
E gli interessi economici? E le ecomafie? E gli aspetti normativi? E le tecnologie alternative? Non pervenute...

Tutto il mio assenso alla loro protesta, ma non posso non pensare che fare i comitati contro una tecnologia mi pare segno evidente che non si è ancora capito il problema.
Se ci si pone in maniera manicheistica, massimalistica, inceneritore SI-inceneritore NO, se si "rifiuta" la dialettica e il ragionamento concentrandosi su un singolo, anche se importante, aspetto di un tema molto più ampio, se in definitiva si fanno le barricate rinunciando a comprendere le ragioni altrui, non si fa altro, alla lunga, che perdere la propria battaglia.
Prova ne è che oramai tutti pensano che l'inceneritore debba esser fatto, uno o più di uno.

Avendo una laurea in ingegneria potrei essere definito un tecnico, bene da tecnico credo che il problema non sia un problema tecnico.
La discussione non dev'essere ridotta agli inceneritori, non ne voglio parlare, non ha senso, è stupido.
Un inceneritore è solo un accumulo di metallo, non pensa a quello che brucia ne a quanto nè brucia. Sono le idee, i programmi, i piani economici, sono i sistemi più complessi che decidono come e se funzionerà un inceneritore!!

Parliamo, discutiamo, litighiamo di economia, di interessi contrapposti, di interessi che pesano più di altri, parliamo di soluzioni condivise e condivisibili, parliamo di piani e di programmi, parliamo di obiettivi e di strumenti per realizzarli. Sono questi i meccanismi che muovono il sistema,
non parliamo più per favore di tecnologie, nè per difenderle nè per attacarle. Non ha senso, se non per vendere i giornali o per fare ascolti in TV.

Le tecnologie e i tecnici non hanno ragioni o soluzioni da portare, hanno solo strumenti, il resto lo devono fare altri, non i tecnici, forse nemmeno i politici.
Mettiamo in piazza le discussioni "vere", gli argomenti "veri", e allora forse riusciremo a far prevalere le ragioni di chi si batte per gli interessi collettivi di salute e qualità della vita, contro chi invece ammanta gli interessi propri o di qualche amico con decisioni dettate da necessità presunte o da emergenze imminenti.

Maurizio Zara
Un "tecnico"

P.S.: Le parole e le definizioni sono delle pure convenzioni arbitrarie e spesso un modo per nascondere la sostanza e la qualità concreta degli oggetti e dei fatti. Questo vale per la metafisica come per le cose quotidiane della vita. Il geniale pittore belga Renè Magritte aveva già iniziato la sua riflessione a riguardo (cliccate sull'immagine nel post, raffigurante uno dei suoi quadri per saperne di più).

martedì 22 gennaio 2008

CONFERENZA STAMPA LEGAMBIENTE SU VICENDA RIFIUTI

DALLA VICENDA ASM AL NUOVO PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI

LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE UMBRIA

A proposito della vicenda ASM e dei suoi aspetti giudiziari Legambiente Umbria ha sempre sostenuto che nel merito a giudicare dovrà essere la magistratura e visto l'allarme sociale che questa vicenda giudiziara ha innescato ci auguriamo tempi brevi.

Legambiente Umbria si augura, per la città e per gli stessi indagati, che le gravissime accuse mosse a Sindaco e amministratori e tecnici ASM non vengano confermate ma, se lo fossero, non esclude la possibilità di costituirsi parte civile.

In questa fase iniziale non riteniamo giusto chiedere le dimissioni di Sindaco e vertici ASM perché crediamo, perdavvero che tutti siamo innocenti fino a prova contraria.

Però, secondo noi, Sindaco e Presidente ASM hanno il dovere - se vogliono, allo stesso tempo, difendere il loro operato e la loro storia politica e professionale ed evitare, l'aggravarsi della sfiducia e della distanza tra cittadini e politica - di uscire dal palazzo e venire in piazza - e non metaforicamente - a discutere coi cittadini, ad informarli, ad accettare di rispondere alle domande, alle critiche ed anche alle accuse.

Non bastano più i comunicati stampa, le riunioni tra partiti e neppure quelli tra istituzioni. In situazioni come queste, ai cittadini non basta più aver scelto e fatto eleggere una tantum i propri rappresentanti, ma vogliono, e pretendono di essere ascoltati e di partecipare direttamente alle decisioni.

Il Sindaco, il Presidente dell'ASM, assieme alle altre istituzioni, devono impegnarsi a convocare una Agenda 21 locale straordinaria, affittare una bella tenda da tirar su al centro della piazza principale della città, per far partecipare il maggior numero di cittadini possibile compreso, il passante distratto.

Occorre, subito, andare oltre la "ritualità stanca" delle Agenda 21 locali che coinvolgono soltanto i cittadini associati e gli altri portatori di interessi perchè questa formula a partecipazione selezionata oggi non serve a fronteggiare l'eccezionalità del momento e Legambiente, comunque, non vuole più avallarla .

Se non farà questo, Sindaco in testa, questa classe dirigente, si dovrà assumere tutta la responsabilità per aver aggravato il sentimento di sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. E non basteranno pochi incontri. E in piazza devono venire anche i dirigenti dell'Arpa, della Provincia, della Asl, e cioè i dirigenti di tutte quelle istituzioni preposte a verifiche e controlli ed il cui operato, benché nessuno di loro risulti al momento indagato, questo inizio di inchiesta, sembra mettere pesantemente in dubbio.

I cittadini hanno il diritto di essere informati sui rischi, reali o solo ipotizzati, per la propria salute ed informati con parole semplici e comprensibili da tutti, hanno il diritto di essere ascoltati e di confrontarsi direttamente faccia a faccia con i propri amministratori.

Legambiente guarda con preoccupazione all'approccio decisionista , invocato da molti tanto per la crisi campana - drammaticamente in atto - quanto per le crisi previste come quella ternana e umbra. A Terni ed in Umbria comunque non c'è nessuna crisi in atto minimamente paragonabile a quella campana.

L'approccio decisionista, nell'intento legittimo di uscire dal pantano delle non decisioni, sta producendo una serie esagerata di diktat culturali prima che politici che ha creato un clima dentro al quale sono in molti, troppi, ad abbandonare, dall'oggi al domani, anche tutte quelle considerazioni prudenti e non ideologiche che fino a ieri erano considerate legittimi dubbi sui potenziali rischi connaturati a qualsiasi processo di combustione.

E sono in tanti oramai, troppi, a considerare l'incenerimento - che anche con il dovuto recupero di energia sempre incenerimento resta - l'unica soluzione al problema rifiuti.

Fatte le dovute eccezioni per la Campania - dove, probabilmente, 2 inceneritori servono ma, probabilmente, non serve il terzo - nel resto d'Italia, in Umbria in particolare, serve soprattutto e prima di tutto una seria politica per la raccolta differenziata e per il riciclaggio.

Serve la raccolta porta a porta, servono nuovi mezzi tecnici e nuovo personale, serve la raccolta spinta dell'umido , gli avanzi delle nostre tavole che sono buona parte del contenuto delle nostre pattumiere e servono i compostiere per i nostri orti e giardini, ma soprattutto gli impianti per il compostaggio industriale e vanno progettate e messe in conto campagne di informazione e coinvolgimento per ricercare il consenso e la collaborazione dei cittadini.

Serve che nel prossimo piano regionale sia indicato chiaramente l'obiettivo di riduzione dei rifiuti - altre regioni, come la Puglia, la Toscana e l'Abruzzo hanno indicato come obiettivo minimo il 10% di riduzione in dieci anni - rendendo sempre meno necessario il ricorso agli impianti di smaltimento.

Inoltre Legambiente Umbria chiede a tutti i decisori politici e tecnici di essere chiari, su quali livelli di Raccolta Differenziata si intende raggiungere , ad esempio, da ora al 2012: e non con generiche affermazioni di principio, che non costa niente fare, ma indicando quali modalità e, soprattutto, impegnando quali risorse economiche.

Invitiamo le istituzioni regionali ad ispirarsi o anche semplicemente a copiare le buone pratiche del Consorzio PRIULA che non gestisce solo i rifiuti di piccoli comuni ma anche quelli di Parma o di esperienze di città come Novara, che nel giro di poco più di un anno e mezzo ha raggiunto quote di raccolta differenziata del 70%; per inciso Novara è città paragonabile per numero di abitanti, ed altri aspetti sociali, culturali ed economici a Terni - giocano perfino nello stesso campionato di calcio.

E a proposito di discariche ed inceneritori Legambiente Umbria non intende, accettare l'odierno dicktat politico e culturale - sempre più diffuso, nato sull'onda della crisi campana, che è innanzitutto crisi di legalità e democrazia e sulla drammatizzazione della vicenda giudiziaria ASM - secondo il quale parlare di smaltimento significa parlare soprattutto, quando non unicamente, di inceneritori e discariche.

Non accettiamo questo nuovo conformismo - che fa spesso il paio con un acritico quanto ideologico revival del nucleare - soprattutto non lo vogliamo in Provincia di Terni dove siamo stati per mesi invitati a confrontarci su metodi, tecnologie impianti alternativi all'incenerimento in linea con le indicazioni governative sulle migliori tecnologie di gestione e smaltimento dei rifiuti.

E non su nostra proposta, che qualcuno avrebbe potuto supporre utopica o velleitaria, ma su indicazione delle stesse istituzioni, che ad ogni tavolo di partecipazione e concertazione con ASM, Comune, Provincia a più riprese, anche, anzi soprattutto, sulla stampa (talche è facile per tutti verificarlo) si sono dichiarati, di volta in volta, favorevoli a prendere in considerazione ora la pirolisi, ora la dissociazione molecolare, ora il TMB, e tutte le "alternative ecologiche" - parola loro - spesso apparsi sulla stampa e nei comunicati ufficiali con nomi fantasiosi ed inesatti e quindi creando confusione nell'opinione pubblica.

A proposito dell'incenerimento vogliamo ricordare che se fino ad ora si è dimostrata una pratica di smaltimento economicamente vantaggiosa è solo perché questi impianti hanno beneficiato di una legge "tutta italiana" che assimilava l'energia prodotta da incenerimento, dal carbone e dagli scarti raffineria, a quella delle fonti rinnovabili e pulite del sole, del vento, ecc.

Nel maxiemendamento della Finanziaria 2007 è stato inserito un provvedimento che toglie questi incentivi economici previsti dal cosiddetto CIP6. Grazie a questa importante novità normativa auspicata da Legambiente da diversi anni, ora bruciare i rifiuti sarà meno conveniente.

Mentre non giudichiamo gli aspetti giudiziari della vicenda ASM - che lasciamo alla magistratura - giudichiamo inaccettabile, la richiesta del Sindaco Raffaelli di ripristinare tali incentivi in contrasto con le leggi del mercato ed europee.

E giudichiamo irresponsabile l'aver definito l'abolizione del CIP 6 da parte del Governo Prodi un provvedimento "sciagurato e ideologico" ed averlo indicato come un provvedimento che fornisce "una agevolazione agli interessi illeciti delle ecomafie".

Un'ultima parola a proposito dell'incenerimento: oggi, troppi sembrano aver dimenticato qualsiasi cautela come quel "principio di precauzione" e quel principio comunitario delle 4 R che ancora ci obbliga , in linea con l'Europa, a prendere in considerazione l'incenerimento come ultima ratio solo dopo che si era fatto tutto il possibile per Ridurre i rifiuti alla fonte, Riusare, Raccogliere differenziando e Riciclare quanta più carta, umido e verde, vetro, plastica, alluminio, ecc possibile, e dopo gli opportuni trattamenti per rendere ciò che resta meno pericoloso e più facile da smaltire.



BOX - COSA SUCCEDE OGGI IN UMBRIA
Ogni cittadino umbro produce in un anno 569 Kg di rifiuti urbani, un dato in costante aumento negli anni e più alto della media nazionale che si attesta intorno ai 539 kg annui pro capite. Delle 493.560 tonnellate di rifiuti urbani prodotte nel 2005 in Umbria, 317.175 t sono state smaltite in discarica, 23.956 t sono stati trattati in impianti di incenerimento, mentre 119.424 t, solo il 24% del totale dei rifiuti prodotti sono state differenziate (dal Rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti 2006 - dati del 2005). Una percentuale sensibilmente inferiore rispetto a quanto previsto dal Decreto Ronchi che indicava nel 35% la percentuale di raccolta differenziata da raggiungere entro il 2003 e dagli obiettivi che si è data la stessa Umbria con il II Piano regionale dei rifiuti individuando nel 45% la percentuale di raccolta differenziata da raggiungere entro il 2006.

Occorre inoltre sottolineare che ad oggi la raccolta differenziata non è diffusa su tutto il territorio umbro: accanto ai dati positivi dei comuni più virtuosi, purtroppo tutti piccoli o medi - il 42% di Sigillo, il 38% di Assisi, il 36% di Montecastrilli e il 50% di Attigliano - si evidenzino notevoli ritardi soprattutto nell'ATO 3 con Spoleto al 24%, Foligno al 20% e tutta la Valnerina dove la raccolta differenziata ancora stenta a partire (Rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti 2006 - dati del 2005)

Interessanti anche i dati emersi dal Rapporto Ecosistema urbano 2008 di Legambiente, che evidenzia un aumento della produzione dei rifiuti nei due capoluoghi di provincia della nostra regione, con Terni che raggiunge 603 kg/ab/anno e Perugia addirittura 775 Kg/ab/anno, mentre la raccolta differenziata a Perugia si ferma al 32,6% e a Terni al 25,2%.

L'ultimo Piano regionale dei rifiuti ha destinato ingenti risorse alla realizzazione e al miglioramento degli impianti: attualmente in Umbria ci sono 2 stazioni di trasferenza in Provincia di Perugia, 2 in quella di Terni; 2 impianti selezione nella Provincia di Perugia, 1 in quella di Terni; 1 di separazione secco-umido a Terni; 2 di compostaggio a Perugia, 1 a Terni; 1 termovalorizzatore a Terni (ASM), ora chiuso.

Lo smaltimento dei rifiuti in discarica rimane ancora centrale, pratica favorita anche dai costi ridotti, circa 1/10 rispetto a quelli del nord d'Italia. Attualmente sono attive 6 discariche, di cui Sant'Orsola a Spoleto, Pietramelina a Perugia e Belladanza a Città di Castello hanno raggiunto la loro capacità massima e si rende necessario il loro ampliamento. Quella delle Crete di Orvieto la più grande, ha una capacità di 1.900.000 mc, anch'essa al centro vicende giudiziarie e preoccupanti sospetti di infiltrazione di ecomafie.


Ufficio stampa Legambiente Umbria, via della Viola 1, 06122 Perugia,

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RIFIUTI ZERO, PARLA PAUL CONNETT

Invitiamo tutti a guardare la video intervista realizzata dal Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo con Paul Connett, esperto di fama mondiale sulle strategie per la gestione del ciclo dei rifiuti, e in particolare sostenitore della strategia Rifiuti Zero che ha dato ottimi risultati nella città di Los Angeles (850.000 abitanti) e in Nuova Zelanda.
L'intervista è avvenuta a margine della conferenza tenutasi a Ponte di Ferro sabato 19 gennaio, che ha registrato numerose presenze di cittadini interessati, ma ben pochi amministratori.
Come potrete ascoltare (l'audio è in inglese) parlando della possibilità di un nuovo inceneritore in Umbria, il prefessor Connett è lapidario:"It's a crime against the future".

Per i non anglofoni linkiamo altri due documenti (in italiano):
una intervista del 2006 al professor Connett e
un articolo sulla conferenza di sabato scorso.


martedì 15 gennaio 2008

LEGAMBIENTE E LA VICENDA ASM

Superare la inevitabile preoccupazione e sfiducia dei cittadini rilanciando la partecipazione democratica alle decisioni per costruire una nuova gestione dei rifiuti in città, in provincia e in regione. Informare, ascoltare, coinvolgere tutti i cittadini superando il “ritualismo” partecipativo. Rifiutare gli allarmismi - e la fretta e l'emotività che ingenerano - ma pensare con calma e freddezza a ragionevoli soluzioni capaci di futuro.

Legambiente lascia che sia la magistratura a giudicare sulle gravissime accuse per Sindaco, Presidente e gli altri amministratori ASM. Non si nasconde però che anche il semplice sospetto a proposito di accuse così gravi possa ingenerare ulteriore sfiducia nei confronti dei politici e dei tecnici che dovranno decidere la nuova gestione dei rifiuti in città, in provincia, in regione. Questa sfiducia che rischia di diventare sfiducia generalizzata nelle possibilità di cambiamento va contrastata con una informazione senza reticenze, con una infaticabile capacità di ascolto dei dubbi, dei timori, delle proteste e delle proposte dei cittadini, aprendo un vero confronto con tutti i cittadini che devono essere chiamati a partecipare alle decisioni , tutti i cittadini e non solo quelli organizzati in associazioni e comitati. I decisori politici e tecnici devono uscire dai palazzi, scendere nelle piazze, metaforiche e reali, a cominciare da quelli sotto accusa, e accettare il confronto, oggi sicuramente scomodo, con i cittadini. Non giovano gli allarmismi ingiustificati perché Terni e Umbria sono ben lontane dalla tragica situazione di Napoli e Campania. Non acceteremo che tali allarmismi favoriscano soluzioni affrettate, emotive e inaccettabili e magari “interessate”. Oggi, come prima di questa vicenda giudiziaria, la soluzione per Terni e per l'Umbria (e crediamo - fatte salve le drammatiche differenze - anche per Napoli e Campania) sta innanzitutto nel moltiplicare il nostro impegno civile per una raccolta differenziata straordinaria; sta nel riciclaggio per recuperare tutta la materia (carta, plastica, vetro, alluminio, ecc.) possibile dai rifiuti differenziati; sta nel compostaggio (e costruzione dei relativi impianti) degli scarti delle nostre tavole per produrre fertilizzanti non velenosi per riportare cibi finalmente sani sulle nostre tavole; la soluzione sta nei trattamenti intermedi (e relativi impianti) per rendere meno rischioso quel che resta dei rifiuti dopo che abbiamo raccolto e riciclato tutto il possibile e che dovrà per forza essere smaltito. Bisogna differenziare e riciclare tutti i rifiuti possibili e non solo quelli convenienti economicamente senza mettere nel conto i prezzi legati alla perdita, anche fosse solo potenziale, di salute delle persone e dell'ambiente. Certo la drammaticità estrema della situazione di Napoli rende inevitabile la costruzione immediata di discariche provvisorie, di uno-due inceneritori, oltre agli impianti di trattamento e di compostaggio che non generano e non devono generare le stesse preoccupazioni e cautele di discariche ed inceneritori. A Terni e in Umbria non siamo però costretti a sospendere quel principio di precauzione (che è principio scientifico e di buon senso) nei confronti di impianti come discariche ed inceneritori che devono essere considerati solo l'ultima scelta dopo che tutte le altre sono state percorse mettendoci risorse economiche e umane e dopo aver recuperato e reso meno inquinante tutti rifiuti possibili. E non scordiamoci, ora con la scusa di inesistenti emergenze, che tutti abbiamo discusso a lungo, in maniera concreta e non ideologica, su sistemi di smaltimento, più o meno sperimentati, innovativi e sostitutivi di discariche e inceneritori.

Andrea Liberati

lunedì 14 gennaio 2008

MANIFESTAZIONE LEGAMBIENTE A NAPOLI 19 GENNAIO

Quanto sta accadendo a Napoli ed in Campania non è solo un problema di rifiuti, un problema ambientale, un problema sanitario; ad essere in pericolo non è solo la salute dei cittadini e dell'ambiente ma anche – e forse soprattutto – la legalità e, con essa, la stessa convivenza democratica della nostra comunità nazionale.

Ḕ con grande soddisfazione che abbiamo accolto la decisione della nuova dirigenza eletta dal nostro recente congresso nazionale di convocare una

MANIFESTAZIONE NAZIONALE
PER SABATO 19 GENNAIO A NAPOLI.

Di seguito, il "manifesto" della manifestazione, in allegato, gli ultimi comunicati stampa della nostra associazione, nazionali e locali, a proposito di rifiuti.


Facciamo appello a tutti i Circoli locali di Legambiente, a tutti coloro che possono partecipare in modo da poter organizzare almeno un pullman dall'Umbria.

Per informazioni e/o adesioni
Andrea Liberati: 3476712340
mail: andrearossoliberati@gmail.com

Legambiente Umbria: 0755721021 tutti i giorni dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 18,00
mail: legambienteumbria_segreteria @hotmail.com



USCIRNE SI PUO'
VOLER BENE ALLA CAMPANIA

NO all'emergenza permanente,
NO alla camorra che ci avvelena la vita,
NO ai demagoghi che soffiano su ogni protesta.
SÌ a una politica che sa decidere,
SÌ ai sindaci che fanno la raccolta differenziata,
SÌ agli impianti di riciclaggio e compostaggio.


In Campania
145 Comuni
raccolgono in maniera differenziata almeno il 35% dei rifiuti urbani, con picchi fino al 90%, e li avviano al riciclaggio al pari delle migliori esperienze del Nord Italia;
200 Piccoli Comuni hanno reagito all'abbandono e al degrado delle aree marginali, valorizzando il loro patrimonio e costruendo una vera "economia della qualità" per tornare a competere; oltre 4000 Kmq (ca. il 30% della superficie campana) di Aree Protette rappresentano un esempio concreto di valorizzazione del territorio dalla dorsale appenninica con le sue propaggini costiere fino alle grandi riserve fluviali; numerose aziende campane, capaci di costruire e gestire impianti di riciclaggio, tecnologicamente avanzati, sono costrette, paradossalmente, ad importare materie prime-seconde (contenitori in plastica, vetro, carta e cartone) da fuori regione per far funzionare a regime i loro impianti.

Noi non ci stiamo ad essere resi schiavi dall'ecomafia e a che la Campania sia utilizzata come discarica illegale di rifiuti pericolosi prodotti nel resto del Paese.

Noi non ci stiamo a delegare il nostro futuro ad una classe politica incapace di decidere e di agire,

Noi non ci stiamo a rimanere succubi dei localismi amorali e di scelte senza prospettiva.

Noi non ci stiamo ad essere considerati cittadini che accettano di vivere nel degrado e nell'illegalità diffusi.

Noi sappiamo che l'emergenza rifiuti in Campania è il prodotto del potere dell'ecomafia e della demagogia e dell'incapacità della classe politica che da sempre hanno fatto leva sulle paure della gente comune.

Noi sappiamo che l'emergenza rifiuti in Campania si può risolvere se si completa e ammoderna tutta la filiera impiantistica necessaria per realizzare il ciclo integrato dei rifiuti a partire da politiche di riduzione dei rifiuti, di raccolta differenziata spinta, fino al riciclo delle materie prime-seconde e al recupero energetico, implementando corrette pratiche di gestione e coinvolgendo i cittadini.

Noi vogliamo efficienza ed efficacia nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e continueremo a seguire quanto i vari livelli istituzionali faranno per uscire dall'emergenza, controllando che tutto avvenga nella massima trasparenza, condivisione e partecipazione, denunciando ritardi, illegalità, inadempienze.

Noi vogliamo bene a questa terra e non accettiamo che venga così maltrattata e oltraggiata.

Noi siamo figli di questa terra che hanno deciso di vivere qui e che intendono impegnarsi con responsabilità per salvaguardarne e promuoverne la bellezza e le opportunità.

E' per tutto questo che il 19 gennaio
saremo in piazza a Napoli
per dare voce a tutti coloro che
VOGLIONO BENE ALLA CAMPANIA


domenica 13 gennaio 2008

Un “patto” tra alcune associazioni narnesi per aiutare i bambini della Palestina

Un incontro per riportare l’attenzione su una questione, quella palestinese, ultimamente abbandonata sia dai media che dalle istituzioni, perchè scomoda e facilmente strumentalizzabile. Un incontro per portare una testimonianza, quella dell’associazione “per Gazzella” e per stabilire proposte concrete di aiuto. Di questo si è parlato all’iniziativa di sabato 12 promossa da Narni per la Pace, Legambiente Narni, Arciragazzi Narni, Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive, con la collaborazione del Circolo Arci il Parco, che ha messo a disposizione i propri locali.
Le rappresentanti di “per Gazzella” hanno portato racconti di guerra: il loro compito nella striscia di Gaza è quello di curare i bambini palestinesi colpiti dalle armi israeliane mentre sono a giocare per strada, mentre sono a scuola, mentre dormono. Una vita quotidiana segnata dal terrore, nell’indifferenza generale dell’Occidente. Gazzella, anche attraverso le adozioni a distanza cerca di arginare questo dramma. Proprio per questo tutte le associazioni promotrici dell’iniziativa hanno deciso la sera stessa di “stipulare un piccolo patto” e sostenere insieme un’adozione a distanza. L’obiettivo è quello di testimoniare la propria vicinanza alla Palestina in modo concreto, sensibilizzare la comunità narnese e dimostrare ancora una volta che in rete si lavora meglio.

Chiunque voglia sostenere le attività di “per Gazzella” può rivolgersi sia all’Ufficio per la Pace del Comune di Narni (tel. 0744747269) oppure contattare direttamente l’associazione (tel. 0686326642 e-mail: pergazzella@katamail.com).

martedì 8 gennaio 2008

INCONTRO E RIFLESSIONE SUL TEMA PALESTINA

Narni per la Pace, Arciragazzi Narni, Rete italiana di solidarietà Colombia VIVE! e il circolo di Narni di Legambiente


INVITANO


Ad una giornata di riflessione sulla drammatica situazione nei Territori Palestinesi

Sabato 12 gennaio 2008, ore 17:30

Circolo ARCI “Il Parco” - Parco dei Pini, NARNI SCALO


Aiutiamo Gaza a resistere!

Fermiamo l’embargo genocida

Sarà presente l’Associazione per Gazzella


Nella Striscia di Gaza un milione e mezzo di esseri umani restano sotto assedio, accerchiati dal filo spinato, senza possibilità né di uscire né di entrare. Sopravvivono in condizioni miserabili, senza cibo né acqua, senza elettricità né servizi sanitari essenziali. Come se non bastasse l’esercito israeliano continua a martellare Gaza con bombardamenti e incursioni terrestri pressoché quotidiani in cui periscono quasi sempre cittadini inermi.

Una mobilitazione immediata è necessaria affinché venga posto fine a questa tragedia.


"GAZZELLA ONLUS" è un'associazione senza fini di lucro che si occupa di assistenza, cura e riabilitazione dei bambini palestinesi feriti da armi da guerra, essenzialmente nel territorio di Gaza e soprattutto attraverso l'attivazione di adozioni a distanza dei bambini feriti. Per raggiungere i suoi scopi, "GAZZELLA ONLUS" collabora con le ONG palestinesi che sul territorio si occupano di sanità e infanzia. Garante dell'associazione nel territorio di Gaza è la "Union of Palestinian Medical Relief Committees", l'organizzazione di medici volontari che negli ultimi trent'anni si è occupata della sanità pubblica sotto l'occupazione militare. Nei suoi cinque anni di attività "GAZZELLA ONLUS" ha assicurato cura, assistenza e sostegno economico a oltre 1500 bambini feriti.


SCARICA LA LOCANDINA DELL'INCONTRO